Informazioni di base

A che punto siamo con la qualità dell’aria?

Contributi delle sorgenti dei agenti inquinanti

Il particolato atmosferico è un insieme di particelle, solide e liquide, con una grande varietà di caratteristiche fisiche, chimiche, geometriche e morfologiche.
Il particolato misurato in aria ambiente è una miscela di due componenti:

  • una di tipo “primario”, costituita da particelle emesse direttamente come tali da una o più fonti e rappresenta principalmente la frazione grossolana;
  • una di tipo “secondario”, originata da complessi fenomeni chimico-fisici che avvengono in atmosfera su grande scala spaziale e temporale e comportano la trasformazione in particolato di sostanze che originariamente erano state emesse in forma gassosa (i cosiddetti “precursori”, tra i quali principalmente gli ossidi di azoto).

Nella stagione fredda, quando le concentrazioni sono più elevate, il particolato è prevalentemente di origine secondaria e può arrivare a costituire anche il 60-70% del PM10 totale misurato. Questo fenomeno è comune all’intera pianura padana in quanto i fenomeni di formazione secondaria avvengono per loro natura su grande scala spaziale.
(http://www.comune.torino.it/ambiente/aria/faq_aria/cos-il-particolato.shtml)

pm2.5l’immissione in atmosfera di agenti inquinanti (fra i primi ricordiamo la zootecnia e l’agricoltura intensiva – per la produzione della componente secondaria delle polveri sottili – seguita dall’auto-trazione – motori e produzione di polveri da rotolamento dei pneumatici e freni), tutti insieme partecipano a rendere il bacino padano uno dei luoghi più malsani del continenente Europeo.

 

2016_AIRUSE-A17-Summary-report componenti e origine PM2.5

Contributi delle sorgenti del PM2.5 in Milano (MLN-UB) – Grafici a torta semplificati con i valori in μg/m3 and %. (AIRUSE LIFE 11 ENV/ES/584 – Summary Report 24, 12/2016 – http://airuse.eu)

Meteorologia e inversione termica

Numerosi i fattori che, soprattutto in inverno, determinano il drammatico peggioramento della qualità dell’aria. L’inversione termica (gli strati bassi dell’atmosfera, freddi, restano schiacciati a terra senza rimescolarsi con gli strati alti, trattenendo così tutti gli agenti inquinanti), l’orografia della pianura padana (scarsa ventosità),

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Limiti di riferimento di qualità dell’aria

I limiti di legge, fissati per proteggere la salute umana, sono raramente rispettati. Torino, con i suoi 118 sforamenti dei limite di legge del PM10 nel 2017 (contro i 35 ammessi), è la città italiana con la peggiore qualità dell’aria: il PM 2.5 ha un valore medio annuo di 33 mg/m3 (valore ammesso: 25), il biossido di azoto ha un valore superiore ai limiti nella zona centrale della città (stazione Consolata); i valori limite dell’ozono sono superati in tutte le stazioni dell’area torinese (vedi “Uno sguardo all’aria”, ARPA, Anteprima 2017).

Limiti di riferimento di qualità dell'aria dell'UE (D.Lgs.155/2010)

Limiti di riferimento di qualità dell’aria – D.Lgs.155/2010 che attua la direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo (ARPAT Argenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana)

 

 

TIPOLOGIA DEI PRINCIPALI INQUINANTI

 

PM 1 – 2.5 – 10
Irritazione vie respiratorie, asma, malattie respiratorie croniche, patologie cardiache, effetti neurologici e riproduttivi, sospetto cancerogeno

NO2
Patologie epatiche, emopoiesi, irritazione vie respiratorie, sospetto cancerogeno

O3
Patologie cardiache, irritazione vie respiratorie

VOC
Irritazione vie respiratorie, cefalee, patologie epatiche e del sistema nervoso centrale, sospetti cancerogeni

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